DIVULGARE LA CULTURA E LA REALTÀ DEI NATIVI AMERICANI: LA MISSION DELLA ATTIVISTA MILANDRI

Basta ascoltarla parlare, o leggere uno dei suoi libri, per capire che Raffaella Milandri ha dedicato, da 15 anni a questa parte, tutte le sue energie vitali alla causa dei Nativi Americani e, più in generale, dei Popoli Indigeni. “Non sono nata scrittrice e giornalista, ma lo sono diventata, per poter divulgare la importanza della diversità e della multiculturalità, che sono le vere e uniche maestre di vita, in questo mondo in cui ci si schiera solo da una parte o dall’altra, senza dialogo e senza voler ascoltare l’altro. Ho sempre avuto la passione dei Popoli Indigeni e dei Nativi Americani, sin da piccola quando leggevo Tex Willer e, da ragazza, Jack London. Dopo un periodo come direttore commerciale e amministratore aziendale, ho lasciato tutto e ho iniziato a viaggiare per conoscere le realtà che tanto mi affascinavano. Finiti i soldi,  son tornata a lavorare per mantenere economicamente la mia passione e la mia curiosità”. Tra il 2006 e il 2018, la Milandri scatta oltre 100.000 fotografie, durante i suoi viaggi in Alaska, in Papua Nuova Guinea, in Camerun, India e tanti sperduti angoli di mondo, sempre alla ricerca di Popoli da salvare, di diritti umani da salvaguardare. Mentre la macchina fotografica e la telecamera diventano sue compagne inseparabili, per documentare inchieste scottanti e a volte molto pericolose, inizia, dal 2011, la sua produzione letteraria: il suo sguardo è diretto come la sua scrittura, mossa da una curiosità vorace verso la dicotomia “Popoli Indigeni”, ossia “gli altri”, e “Popoli Occidentali”, ossia “noi”.  La diversità di cultura la annichilisce, rimanendo conquistata dai Popoli Indigeni e in particolare dai Nativi Americani, e soffrendo nel paragonare il loro di stile di vita e la loro filosofia al “nostro”, che le sembra a volte sterile e troppo materialista. Se la colonializzazione è stata l’inizio dei mali di questo mondo, oggi la globalizzazione appare ugualmente devastante e dominatrice, non portando benefici ma soprattutto spazzando via culture e differenze solo in nome delle risorse naturali, del consumismo, insomma del denaro. Le potenze coloniali sono state sostituite da multinazionali e entità sovranazionali che pilotano gusti, consumi, ma anche abbigliamento, linguaggi, religioni, educazione. E, quindi, cultura. “Ho scritto molto negli ultimi dieci anni, ho scritto disperatamente per divulgare le voci e le testimonianze che ho ascoltato, i messaggi che ho raccolto in remoti villaggi di popoli discriminati, di cui molti ignorano l’esistenza. Ho promosso petizioni e campagne: per i Dongria Khond in India, per i Bakà in Camerun, per i Nativi Americani, per la ILO 169”. Chiediamo alla Milandri se i suoi appelli siano stati ascoltati: “Ho realizzato presto, pur avendo avuto alcuni spazi in tv nazionale, che siamo, in Italia senz’altro, troppo incentrati su noi stessi per prestare la dovuta attenzione a problematiche internazionali. Tranne magari le guerre, il terrorismo e i cambiamenti climatici, che fanno più audience di popoli a rischio di estinzione”. Raffaella Milandri ha appena realizzato un nuovo libro sui Nativi Americani, di cui negli anni è diventata una dei massimi esperti italiani; le domandiamo di illustrarcene i contenuti: “In Italia, ma anche all’estero, i Nativi Americani sono oggetto di una disinformazione incredibile. Chi pensa che siano quasi estinti, chi crede che vivano ancora nei teepee. Eppure ci sono, anzi con il Census 2020 sono risultati oltre nove milioni negli Stati Uniti. Ci sono centinaia di tribù e riserve, di diverse tipologie, pur se la maggioranza di loro vive in aree metropolitane, al di fuori delle riserve. Studiano, lavorano, cercano di proteggere la loro cultura e le loro usanze. Ho voluto realizzare una Guida alle Tribù e Riserve Indiane degli Stati Uniti, non solo per divulgare preziose informazioni  storiche, legislative e culturali, ma anche per poter aiutare il turismo nelle riserve, e quindi le economie tribali”.

Liberi di non Comprare: Premiato il libro della Milandri

IMG-20190413-WA0018 (2)Importante riconoscimento per l’ultimo libro della scrittrice e giornalista Raffaella Milandri, “Liberi di non Comprare. Invito alla Rivoluzione”, al Premio Letterario Internazionale della Città di Cattolica XI° edizione, la cui serata di gala qui il video alla premiazione della autrice, si è tenuta il 13 aprile presso il Teatro Regina di Cattolica. Hanno fatto parte della giuria del Premio, fra gli altri, Hafez Haidar, candidato due anni fa al Nobel per la Pace; Enrico Beruschi, attore e regista, Angelo Chiaretti Ispettore Onorario del Ministero della Cultura, il Presidente della Giuria Giuseppe Benelli già Presidente del Premio Bancarella, le giornaliste Rai e gemelle Laura e Silvia Squizzato. Il libro della Milandri è un saggio che tratta, in maniera singolare, le tematiche dell’anticonsumismo e della salvaguardia dell’ambiente, con richiami a Pasolini e a Baumann. “I miei dialoghi principali nel libro avvengono con Jesus, un senzatetto di New York, e con esponenti di Popoli Indigeni”, dice la Milandri. Ricordiamo che la autrice è membro onorario della tribù Crow, in Montana, e del popolo dei San, nel Kalahari. La autrice sta terminando in questi giorni il suo sesto libro, che parla dei Nativi Americani in lotta per difendere le proprie riserve da miniere e oleodotti. Sei libri in otto anni, chiediamo alla Milandri come mai sia una autrice tanto prolifica: “Essendo, i miei, soprattutto libri di denuncia che trattano violazioni dei diritti umani, io ho premura che siano divulgati, che la verità sia resa pubblica; i miei editori sollecitano e plaudono alla mia prolificità, mi hanno già chiesto di scrivere un nuovo libro”.

La Four Winds Cherokee Tribe designa la Milandri come portavoce italiana

Raffaella Milandri e Len Wiggins

La Four Winds Cherokee Tribe è una tribù di Cherokee, Nativi Americani, situata in Louisiana. Il Consiglio tribale ha deciso di designare un portavoce ufficiale per l’Italia e l’Europa per creare un ponte di comunicazione mediatico tra i due continenti, per far conoscere la loro piccola realtà oltre Oceano. La portavoce è Raffaella Milandri, nota attivista per i Popoli Indigeni che da anni promuove diritti umani e culture di Nativi Americani e di altri popoli. La Milandri è ufficialmente membro onorario della tribù dal 2019, e le è stato assegnato un nome Cherokee, “Woya Unega”; peraltro ha amicizie e parentele adottive in anche in altre tribù native.   Dice Len Wiggins, capo della Four Winds Cherokee Tribe: “Per noi è vitale aprire connessioni in Europa, far conoscere la nostra storia, la nostra cultura ma anche intessere relazioni internazionali. Sentiamo la necessità anche di contattare Papa Francesco, la Milandri ha una nostra missiva da consegnare al Santo Padre. La realtà di noi Nativi Americani è poco percepita e compresa all’estero, e vediamo in questa operazione una grande opportunità diplomatica, di scambio equo e senza secondi fini. La Fratellanza dei Nativi Americani, in momenti delicati come questo, ha necessità di essere rappresentata. Auguro alla gente d’Italia, d’Europa e a tutto il mondo di uscire al più presto dal coronavirus, che ha reso il mondo più piccolo”.  Nella lettera del capo Len Wiggins si legge: “Mrs Raffaella Milandri di San Benedetto del Tronto è autorizzata a parlare in nome della nostra tribù; è una persona d’onore e Vi ringraziamo per il prezioso tempo che vorrete dedicare alla nostra rappresentante fuori degli Stati Uniti”. Chiediamo alla Milandri come impiegherà questo incarico: “E’ per me un grande onore. La prima missione è contattare Papa Francesco per una delicata questione riguardante la tribù. Poi, ovviamente, è importante che questa delega sia ascoltata dalle Autorità locali, regionali e Governative. Le tribù indiane, secondo le leggi statunitensi, sono nazioni ‘dipendenti’ dall’America ma hanno giurisdizione sul proprio territorio. Si aprono importanti scenari per dare voce alle minoranze”.